lunedì 22 febbraio 2016

I 23 PER EURO 2016: STORIA DELLE CONVOCAZIONI AZZURRE NEL XXI SECOLO – PORTOGALLO 2004




Terzo appuntamento con la storia delle convocazioni della nazionale italiana in questo secolo a cura di Rado Il Figo.


Link delle puntate precedenti:

1) PRESENTAZIONE E SPIEGAZIONE DI LETTERE E INDICI UTILIZZATI
2) COREA/GIAPPONE 2002




Qualificazioni

Scenario

In un abituale controsenso del calcio nostrano, la FIGC addossa l’intera responsabilità del fallimento nippo-coreano all’immancabile complotto FIFA ma Trapattoni (a quel punto, reo di cosa?) salva la ghirba esclusivamente per mancanza di sostituiti all’altezza immediatamente disponibili.

Per EURO 2004 di scena in Portogallo, l’UEFA suddivide le restanti 50 nazionali in 10 gruppi da 5 squadre l’uno: le prime accedono direttamente, le seconde spareggiano fra loro; qualificazioni così “matematicamente perfette” non si vedevano a queste latitudini da Euro 1976! L’Italia, testa di serie, pesca bene, finendo nel Gruppo 9 completato da Iugoslavia, Finlandia, Galles e Azerbaigian, in ordine di fascia. Tolti i plavi, tutte compagini mai apparse alle fasi finali, eccezion fatta per i britannici, con la solitaria impresa riuscita per il mondiale 1958 e grazie a un doppio (o triplo) colpo di fortuna al sorteggio: gli unici problemi dovrebbero arrivare solo dai vicini iugoslavi, ancora coinvolti in beghe etnico-politiche. Nulla cambia per liste di gara e cambi consentiti, mentre la numerazione diventa libera, per quanto quasi tutti (Italia in testa) conservino la versione tradizionale.

Il clima di precarietà sulla guida azzurra non giova a nessuno, men che meno al CT, il quale lancia spesso inequivocabili segnali d’aver smarrito la bussola. Le prime tre gare sono squallide e l’unico schema da rete riuscito è la deviazione di un avversario, preferibilmente posto in barriera su punizione di Del Piero: l’ultima uscita del “trittico dell’orrore” è il rovescio a Cardiff, autentico punto di non ritorno. Conservato il posto, nuovamente per assenza di alternative libere od “opportune” (si pensi a Vialli), Trapattoni volta nettamente pagina e da lì in avanti è una marcia trionfale, condita da sole vittorie salvo il pari a Belgrado, che permette all’Italia di centrare il primo posto e il pass per il Portogallo all’ultima giornata.

Certamente pesa l’aver creduto di essere concretamente spacciati e aver giocato liberi da ogni assillo, arrivando il Galles, inatteso capoclassifica, al giro di boa in “percorso netto”, immagazzinando il triplo (!) dei punti azzurri. Tuttavia, la situazione è meno funerea delle apparenze: l’Italia ha giocato una gara in meno e, soprattutto, i britannici hanno affrontato due volte gli azeri e mai gli iugoslavi; proprio questi ultimi ci danno poi una grandissima mano, battendo due volte su due i gallesi e prendendo appena un punto su sei dagli azeri (!). Anzi, sono gli ex sovietici a rischiare di stravolgere la classifica, con l’UEFA a minacciarli di estromissione per le lotte interne dei club contro la federazione, con conseguente annullamento delle loro gare.



Quadro sinottico


Il quadro sinottico è lampante nell’illustrare la svolta impressa dopo le prime tre orrende partite: dietro i primi 7 in graduatoria, più o meno sempre presenti, si collocano 13 nomi impiegati, di fatto, solo nelle ultime 5 uscite, tranne Tommasi e Inzaghi, mentre dal 21° al 32° posto si ammassa chi, a grandi linee, è apparso nell’infausto inizio per non essere più richiamato. Destino comune a un quarto dei calciatori presenti (10 su 39), tra cui un inimmaginabile (col senno di poi) Pirlo, l’unico di questi a partire poi per il Portogallo.

I più attenti avranno notato due apparenti incongruenze: i nomi delle avversarie sono 5 e non 4 e i giocatori usciti non corrispondono agli entrati. La prima e più facile, si supera ricordando che nel 2003 la Iugoslavia cambia “nome” in Serbia e Montenegro, e l’Italia la affronta sotto entrambe le diciture. La seconda è, invece, un altro segnale dell’annebbiamento d’idee che coglie spesso il CT: nella sconfitta in Galles, Trapattoni fa entrare Gattuso al 64’ per Di Biagio, salvo … sostituirlo 20 minuti dopo con Marazzina! Per “coerenza statistica” ho lasciato il buon Ringhio come “E”.

Ancora tre sono i sempre presenti in lista, ma la loro presenza è più rilevante: Buffon, Nesta e Cannavaro non mancano un appuntamento, partendo sempre da titolari, con il portiere a non venir mai avvicendato mentre i due difensori devono uscire una volta a testa.

Ecco la lista “teorica” dei 23:
P (2): Buffon, Toldo
D (6): Cannavaro F., Nesta, Panucci, Oddo, Zambrotta, Legrottaglie
C (9): Gattuso, Perrotta, Tommasi, Fiore, Zanetti C., Camoranesi, Totti, Pirlo, Ambrosini
A (6): Del Piero, Inzaghi F., Vieri C., Corradi, Delvecchio M., Montella.

I tre indici, pur calando rispetto al 2002 complice l’aumento del 30% secco di giocatori utilizzati, restano però sopra lo 0,800: l’IL è 0,819, l’IG è lo 0,884 e l’IT lo 0,920.

I “grandi esclusi” sono 6, di cui (nuovamente) due per forza maggiore: Filippo Inzaghi patisce un infortunio mentre Montella deve lasciare il posto al terzo portiere, individuato non in Abbiati ma nella “sorpresa” Peruzzi, complice l’ammuffimento del milanista quale dodicesimo per l’esplosione di Dida.

Dal reparto avanzato arriva la metà dei “verdi”; Delvecchio, in uno “scambio interno” col compagno giallorosso Cassano, qui “arancio”, si aggiunge ai due succitati, sostituiti dal solo “celeste” Di Vaio, nella scelta trapattoniana più criticata, per la singolare motivazione adottata: la disponibilità a disimpegnarsi a centrocampo, assente nel capocannoniere italiano del campionato Gilardino, su cui cadevano le preferenze della stampa! Altrettanto nel vuoto cadono le altre due candidature della vox populi, ma qui per decisione dei diretti interessati: Maldini non ritorna sui suoi passi sulla rinuncia alla maglia azzurra, mentre Roberto Baggio scende in campo nella penultima amichevole di preparazione, organizzata però come sua ultima presenza in nazionale.

A completare il rimpiazzo dei grandi assenti, arrivano il “celeste” Ferrari e gli “aranci” Favalli e Materazzi, facendo restare a casa Tommasi, Legrottaglie e Ambrosini, tutti per questioni tecniche. I 6 cambi nei convocati, forzati o voluti, fanno precipitare sensibilmente gli indici: l’IL scende allo 0,674, l’IG allo 0,750 mentre l’IT si mantiene a 0,795.

La formazione titolare


Pare una maledizione della gestione Trapattoni, dove dell’11 tipo fa parte uno dei grandi esclusi, rimasto ancora a casa per infortunio: ora tocca a Inzaghi, un’assenza particolarmente pesante, essendo il capocannoniere delle eliminatorie con 6 reti in appena 5 gare!

Nuovamente, la formazione titolare nella realtà non scende mai in campo, né all’inizio né a gara in corso. Tuttavia, nell’ultima trasferta belgradese, partono 10 di questi nomi: a bucare è Zanetti, nemmeno in panchina, sostituito da Tacchinardi, alla sua unica apparizione non solo attiva ma pure in assoluto!
Mai come in questo caso, gli 11 prescelti meritano la definizione di titolari a ogni effetto: le 65 gare giocate dall’inizio rappresentano non solo tutte le partite da loro disputate ma anche tutte le loro presenze in lista di gara, con i tre indici a marcare lo stesso valore di 0,739. In altre parole: o giocano da titolari o non compaiono nemmeno in panchina!



Fase finale

Scenario


Euro 2004 replica la formula inaugurata in Inghilterra nel 1996 e confermata fino al 2012, per cui non sarà più ricordata: le 16 partecipanti sono distribuite in quattro gruppi da 4 squadre, con passaggio all’eliminazione diretta (dai quarti alla finale per titolo), delle prime due classificate. Contrariamente ai Mondiali, a parità di punti i primi discriminanti vertono sugli esiti dei confronti diretti, e dopo si passa alla differenza reti e alle reti segnate: dettaglio, già a noi fatale in terra albionica, altrettanto infausto anche in Portogallo. Il sorteggio dei gironi è pilotato con la consueta adozione delle 4 fasce di merito per ranking UEFA: l’Italia, con il medesimo coefficiente di Inghilterra e Spagna, è nella seconda completata dalla Germania. L’estrazione può definirsi nuovamente felice, abbinandoci a Svezia, la più morbida delle teste di serie, Danimarca e Bulgaria.


Se il girone azzurro è abbordabile, il gruppo azzurro è da prendere con le pinze, spaccato e rancoroso, dove ognuno si sente autorizzato a esternare il proprio pensiero, fra mugugni presunti (Peruzzi rosica per essere il terzo portiere) e reali (Fiore contro gli oriundi, ricomparsi con Camoranesi; Del Piero contro Totti, identificato quale stella dal CT; Totti contro… i calzini troppo stretti; ecc. ecc. ecc.), con Gattuso a dettare gli schemi tattici (e Trapattoni… a dargli retta) e Buffon e Vieri a scaricare sulla stampa tutte le colpe dell’eventuale naufragio, unica meta raggiungibile in simile clima. Alla fine, stupisce l’assenza dal coro dei lamentosi di Cassano, osteggiato dai critici per le bizze caratteriali.


L’uscita di scena prematura, non riuscendo a superare nemmeno lo scoglio dei gironi, arriva comunque in modo beffardo, con un’Italia invitta e a causa del ruolino nei confronti diretti: dopo i pareggi iniziali con Danimarca (0-0) e Svezia (1-1), nell’ultimo turno è sufficiente che il derby scandinavo termini 2-2 affinché l’Italia torni a casa, dopo aver battuto la già eliminata Bulgaria, fra l’altro a gran fatica e con rete decisiva al 4’ di recupero con l’altra gara conclusa (cosa si sarebbe detto nel Nord Europa se questa non fosse finita in pareggio, dopo che nelle lande mediterranee si erano spesi giorni a parlare di “biscotti”?). A ulteriore dimostrazione di come Trapattoni sia nel pallone completo, dopo aver scoperto con 20 anni di ritardo che gli ultimi due incontri del girone si giocano in contemporanea, nel disperato assalto finale alla Bulgaria immette Di Vaio… come esterno sinistro di centrocampo, a giustificare la sua presenza da punta “non solo attaccante” per cui lo ha preferito a Gilardino.



Quadro sinottico


Dal quadro sinottico si evince che il CT si sia poggiato su 11 elementi; infatti, 9 hanno giocato tutte le gare, sebbene non sempre da titolari, mentre dei 4 che seguono con un’assenza, due (Cannavaro e Gattuso) hanno mancato l’ultimo appuntamento per squalifica. Tuttavia, il tema delle idee confuse di Trap si ripropone, notando la coda della classifica dove, con l’unica eccezione di Cassano, si ammassano tutti i giocatori “celesti” e “arancio”: in 5 (compreso Peruzzi), totalizzano 3 presenze totali e appena una da titolare, centrata da Materazzi ma solo per il citato stop disciplinare di Cannavaro. Pertanto, è lecito chiedersi perché Trap li abbia chiamati in Portogallo a scapito dei “verdi”, se poi li lascia sempre in panchina.

Con ben poca sorpresa, appartengono al reparto arretrato i 4 “moschettieri azzurri”, con Buffon, Nesta, Panucci e Zambrotta sempre presenti, da titolari e mai sostituiti, mentre Perrotta e Del Piero, 3 volte su 3 nell’11 di partenza, hanno dovuto subire, rispettivamente, 1 e 2 sostituzioni.

Esattamente come in terra asiatica, Trapattoni ha concesso a tutti una chance, tranne che ai due portieri di riserva (Toldo e Peruzzi) e a un uomo di movimento, Ferrari (quasi un ritratto della sua carriera da “un grande futuro alle spalle”).

La formazione titolare


Nel turbinio nella testa del CT, in 3 gare si cambiano sempre i nomi di partenza, alternandoli in due schemi, dal 4-2-3-1 al 4-3-3. Naturale conseguenza, l’11 proposto non appare mai in campo nella realtà, nemmeno a gara in corso, e nasce dai titolari contro la Bulgaria dai quali si estrapolano i due “intrusi” Materazzi e Corradi sostituendoli facilmente con Cannavaro e Vieri.

In esso trovano spazio solo giocatori “blu”, con l’eccezione dell’“arancio” Cassano, l’autentica “mosca bianca” della spedizione: estraneo alle diatribe, conquista la maglia da titolare da “sorpresa” e, infine, è l’unico italiano autore di prestazioni degne di nota per i giornalisti nostrani (anche se è il solo Zambrotta a entrare nel “23 tipo” ufficiale redatto dall’UEFA).

L’IT di 0,818 e l’IG di 0,939 suggeriscono come Trapattoni riponga molta fiducia in questi nomi quando sceglie chi far giocare, con qualche remora se fin dall’inizio.

Appuntamento a lunedì prossimo per la quarta puntata dedicata a Germania 2006.



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