mercoledì 16 marzo 2016

I 23 PER EURO 2016: STORIA DELLE CONVOCAZIONI AZZURRE NEL XXI SECOLO - SUDAFRICA 2010




Sesto appuntamento con la storia delle convocazioni della nazionale italiana in questo secolo a cura di Rado Il Figo.



4) GERMANIA 2006
5) AUSTRIA/SVIZZERA 2008


Qualificazioni

Scenario

“Cronaca di una fine annunciata”: la parafrasi meno drammatica di un noto titolo è la sintesi del Lippi-bis; man mano che si procede, appare chiaro a tutti, CT e giocatori compresi, l’ineluttabile destino della squadra, a ripercorrere un parallelo con l’ultima Italia chiamata a difendere il titolo mondiale sotto la stessa guida. Similitudine che tocca pure un torneo “avvisaglia”: non l’Europeo come fu il fallimentare Francia 1984 per Bearzot (a Euro 2008 si giunge ai quarti ma con Donadoni), bensì la Confederations 2009, con immediata uscita ai gironi “condita” da sconfitta storica contro l’Egitto (!!).

All’inizio si spera che la Nazionale si stia comportando da “grande squadra”: fatica a carburare in partenza, pur cogliendo i risultati per il “rango superiore” cui appartiene, ma una volta ingranata la marcia, la corsa diventa inarrestabile, esattamente come sempre accaduto nei tornei analizzati. Purtroppo, la svolta decisiva non arriva e l’Italia è in realtà la Torre del Jenga: prima o poi crollerà, l’unica incertezza è su chi toglierà il tronchetto decisivo. Lippi tenta anche le carte del “soli contro tutti” – ma stampa e FIGC sono tutt’altro che vere nemiche – e della sopravvalutazione delle prestazioni – però impossibile definire “impresa” vincere in rimonta dallo 0-2 contro Cipro e per di più in casa, semmai è una “figuraccia sfiorata” (e da molto vicino).

Eppure agli Azzurri è concessa fin troppa pazienza nell’attesa che sboccino, pure dalla fortuna: inserita nel Gruppo 8 da testa di serie (non quale detentrice ma per il ranking FIFA), il compito “numericamente” più difficile (passano direttamente le prime e solo le 8 migliori seconde spareggiano fra loro) è facilitato dalla qualità delle contendenti – Bulgaria, Irlanda, Cipro, Georgia e Montenegro –dove nemmeno i pompatissimi verdi (in quanto allenati da Trap) paiono realisticamente in grado d’impensierirci (pur finendo imbattuti nei confronti diretti, con la gara in casa “viziata” dal rosso a Pazzini al 3’). Altri aiuti arrivano dagli avversari, campioni in autolesionismo (fra gol falliti a porta vuota, rigori regalati e… peggio ancora), e dagli estemporanei “doppiettisti” che risolvono 4 partite, come loro unico contributo realizzativo totale: la trasferta georgiana è paradigmatica, decisa da due reti di… Kaladze nella propria porta! Dal punto di vista regolamentare, la FIFA ritorna sui propri passi, riportando differenza reti e reti segnate quali primi discriminanti in caso di parità di punti.

La qualificazione è centrata con un turno d’anticipo, relegando la chiusura con Cipro al contentino per panchinari ma per poco non regalando agli isolani un successo da tramandare per generazioni, e ci si riavvia in Sudafrica, un anno dopo la Confederations (il cui disastro è addebitato ai giovani inadeguati lì provati), sperando sempre che i timori più neri non si rivelino reali.



Quadro sinottico


Anche nella numerazione vi è il ritorno all’antico, sposando la tradizionale e… senza più preclusioni per il 17! Con due impegni in meno, i giocatori utilizzati calano a 39 (tanti quanti Germania 2006) ma a nessuno riesce il “sempre presente”, negato a Zambrotta dal turno di riposo in panchina contro Cipro, che centra almeno il 10 su 10 in lista, mancato per un’assenza da Cannavaro e De Rossi, causa squalifica, e Di Natale, causa infortunio. Lippi concede a tutti almeno una presenza, a eccezione di Motta, quasi come nella precedente gestione, dove furono 3 i non beneficiati.

La lista “teorica” dei 23 è molto equilibrata nei 4 reparti, potendo legittimamente ambire a essere confermata nella realtà:

P (3): Buffon, De Sanctis, Amelia
D (7): Zambrotta, Cannavaro F., Chiellini, Gamberini, Grosso, Dossena, Legrottaglie
C (7): De Rossi, Pirlo, Camoranesi, Palombo, Gattuso, D’Agostino, Aquilani
A (6): Di Natale, Gilardino, Iaquinta, Pepe, Rossi G., Quagliarella.

Stranamente, gli indici scendono rispetto al 2008, attestandosi l’IL allo 0,817, l’IG allo 0,843 e l’IT allo 0,900.

Lippi è accusato di affidarsi troppo ai reduci tedeschi, e le cifre lo confermano: dei 23 campioni del Mondo, 8 non sono mai presi in considerazione, anche se per Barone, Nesta, Peruzzi, Totti e Zaccardo l’addio all’azzurro si era di fatto già consumato (completano Inzaghi, Materazzi e Oddo). Dei 15 restanti, in 5 non superano lo scoglio della prima stagione (Amelia, Barzagli, Del Piero, Perrotta e Toni) e Grosso perde all’ultimissimo il biglietto per il Sudafrica, dove sono così “confermati” in 9. Paiono pochi, ma il loro peso specifico è ben superiore, considerando che solo Chiellini, Di Natale e Pepe sono gli innesti concreti nei fedelissimi lippiani. Per completare i ranghi necessitano molti altri nomi, con i “grandi esclusi” a toccare la vetta primato di 8, per i quali si parla di solenne bocciatura e col CT che dimostra di non sapere dove orientarsi nel rimpiazzarli, agendo quasi a casaccio. Infatti, se gli “arancio” sono due, Bonucci e Maggio, “sorprese” abbastanza condivise, fra gli 8 “celesti”, solo per Marchetti e Bocchetti la chiamata pare seguire il filo logico di un già sancito cambio di preferenze tecniche. La stampa spinge perché siano della compagnia Cassano, ritenuto ormai maturo ma per Lippi quasi un nuovo Panucci, e il giovane boom interista Mario Balotelli: fiato sprecato.

Di nuovo stranamente, gli indici vanno in direzione opposta allo stravolgimento delle carte in tavola, risultando superiori agli analoghi del 2008: infatti, l’IL è 0,672, l’IG 0,729 e l’IT 0,782.




La formazione titolare


Il peso specifico dei “23 di Germania” appare lampante nello scorrere l’11 tipo, dove gli estranei sono 3, Chiellini, Di Natale e Pepe, ma l’ultimo, in realtà, ha preso il posto del nono reduce, Iaquinta, poiché nessuno del tridente (mediamente) più titolare è mai partito dalla fascia destra (amichevoli escluse). Inoltre, Chiellini “approfitta” del vuoto lasciato da Nesta, ritiratosi dall’azzurro, Barzagli e Materazzi, su cui pesa ancora la rotta di Berna (più sul secondo che sul primo, a dire il vero). Se non fosse per il ripensamento dell’ultimo istante su Grosso, per la prima volta si avrebbe un “monocolore blu”.

Come si ricorda, anche per Germania 2006 la formazione titolare non era composta dagli 11 più volte partiti dall’inizio (un’altra costante del CT), e non è un caso se gli indici risultino superiori (quasi) solo a quelli del Lippi I: l’IL è 0,773, l’IG è 0,718 e l’IT 0,654.

Fase finale

Scenario

La dea bendata continua a darci una mano nel sorteggio iniziale, recapitando l’Italia testa di serie (sempre e solo per il ranking FIFA e non quale detentrice) nel Gruppo F, completato dal Paraguay, dalla fascia CAF/CONMEBOL, l’esordiente Slovacchia dall’UEFA e la Nuova Zelanda dall’AFC/OFC/CONCACAF: nemmeno componendo i gironi a tavolino si poteva sperare di meglio. A movimentare la vigilia, arrivano due mosse incomprensibili: Lippi annuncia (nuovamente) le dimissioni a torneo concluso a prescindere dall’esito (scaramanzia?), e la FIGC presenta… già il suo successore, Cesare Prandelli.

A furia di sfidarla, la fortuna ti volta le spalle; se poi sei conscio di non meritarla, il patatrac è inevitabile. Qua e là ti viene ancora in aiuto – i pareggi contro Paraguay e Nuova Zelanda arrivano da un’uscita a farfalle di Villar e grazie a un rigore “classicamente” generoso – ma sono più forti i segnali del vento cambiato: Pirlo e Gattuso sono convocati seppur infortunati, non recuperano mai pienamente e sono gettati ugualmente nella mischia contro la Slovacchia per disperazione; Buffon si fa male nel riscaldamento della gara d’esordio, resiste i primi 45’ e poi saluta tutti per lungo tempo; siamo noi a colpire i legni al momento sbagliato e a subire salvataggi all’ultimo respiro; inoltre quando gli avversari centrano la porta, segnano.

Però più di ogni fattore, è decisiva la paura di essere vicinissimi al fallimento che cade inesorabile dopo la sfida con la Nuova Zelanda: giocatori e CT nemmeno nascondono i timori, e il viso terreo degli Azzurri nel riscaldamento prima della sfida decisiva contro la Slovacchia è il quadro della spedizione. Ad acciuffare quel pareggio che ci avrebbe portato agli ottavi, non basta l’arrembante ripresa, dove la fortuna ci consegna il saldo finale di due stagioni di favori, con ciliegina finale la rete mancata malamente da Pepe al 96’ e la mancanza di alibi arbitrali. Lippi si assume le dure e spietate responsabilità del disastro, così come i giocatori (ma non Abete), e si lascia a Prandelli l’onere di risollevare una Nazionale in disarmo.

Quadro sinottico


Con un’uscita di scena così repentina, sono più numerosi i giocatori che colgono il “sempre presente”, riuscito a 5 (Cannavaro, Chiellini, De Rossi, Iaquinta e Zambrotta), mentre altri 3 (Pepe, Montolivo e Criscito) sono sempre titolari ma con un cambio e altrettanti (Criscito, Marchetti e Di Natale) giocano tutte le gare però non sempre dall’inizio. A bocca asciutta restano in 4, fra cui Bonucci, apparso il più in forma nelle amichevoli preparatorie, e il cui mancato uso stupisce assieme al parziale di Quagliarella, l’Azzurro sicuramente più efficiente nel secondo tempo concessogli con gli slovacchi (ma non dimenticando come solitamente si dia una migliore apparenza negli spezzoni di gara).

Per tre dei quattro “celesti” nelle prime posizioni, si può parlare di cambio d’idee in Lippi, attribuendo un ruolo determinante all’infortunio di Buffon per Marchetti. Gli “aranci”, invece, raccolgono ben poco: Bonucci sempre in panca, mentre Maggio colleziona solo gli ultimi 45’ del torneo.

La formazione titolare


Dopo Corea/Giappone 2002, fase finale, si torna ad avere una formazione tipo “reale”, essendo quella scesa in campo contro la Nuova Zelanda (come nell’ultimo precedente, la seconda uscita nel girone): il fatto che siano anche le sole due evenienze del tipo su 10 tentativi, dovrebbe far capire come le cantilene snocciolate a memoria (al di là di come… ordinarne i nomi) siano solo un ricordo del passato.

Rispetto alle eliminatorie, Pepe retrocede a centrocampo (ma forse… è solo una questione formale) e soprattutto cambia metà squadra (5 nomi nuovi): per Buffon e Pirlo sono fatali i ricordati infortuni, mentre Grosso (rimasto pure a casa), Camoranesi e Di Natale perdono il posto per scelte tecniche. Sintomatico del vicolo cieco cui si è infilato Lippi, incapace di trovare chi copra i vuoti lasciati dai campioni del Mondo, verificare che per rimpiazzarli si sia affidato a Iaquinta, un altro reduce, e a quattro celesti di cui tre (l’eccezione è Marchetti) scarsamente usati nelle eliminatorie, avendo collezionato Montolivo, Criscito e Marchisio globalmente 5 presenze in lista con 3 presenze tutte da titolari.

Gli indici relativi sono i più alti visti finora, con l’IG a toccare quota 0,939 (Marchisio e Gilardino saltano una gara a testa), pari merito col 2004, e l’IT il picco assoluto di 0,909 (con il gruppo a perdere solo 3 maglie da titolari in totale, andate a Buffon, Di Natale e Gattuso).

Appuntamento a lunedì 28 marzo per il prossimo appuntamento dedicato agli europei di Polonia/Ucraina 2012.




Trovi interessanti gli argomenti di questo blog? Ti piacerebbe contribuire a mantenerlo in vita? Senti che chi scrive qui meriterebbe di essere in qualche modo ricompensato? Adesso puoi farlo tramite una donazione!



Per maggiori informazioni sulla donazione e su perché donare clicca quihttp://mds78.blogspot.it/2014/08/se-vuoi-puoi-contribuire-calcio-e-altri.html

Nessun commento:

Posta un commento