mercoledì 1 ottobre 2014

LA STORIA (UFFICIALE E NON) DEL RANKING UEFA PER NAZIONALI: GLI ANNI '60

Terzo appuntamento con la storia del ranking Uefa a cura di Rado Il Figo (per le puntate precedenti: http://mds78.blogspot.com/search/label/Storia%20Ranking%20Uefa%20per%20Nazionali)




FRANCIA 1960

1° metodo

Prima classifica a comprendere un Europeo e un Mondiale: l’UEFA organizza il proprio torneo continentale, buona… penultima fra tutte le confederazioni (solo l’OFC resta indietro, non fosse altro… perché ancora da fondare), ma l’edizione d’esordio è tutt’altro che esaltante, raccogliendo letteralmente consensi a metà. Infatti, s’iscrive poco più del 50% delle aventi diritto, con defezioni pesanti quali Italia, Inghilterra e Germania Ovest.

La formula del primo Europeo è l’integrale eliminazione diretta, con partite di andata e ritorno, eccezion fatta per semifinali e finali per il 3° e il 1° posto, ospitate in gara unica da una delle 4 superstiti. A fronte di 17 partecipanti, ai fini del ranking, interpreto gli ultimi due atti come “fase finale”, data l’organizzazione in sede comune, e quanto precede come eliminatorie: gli ottavi sono così il “turno principale di qualificazione”, e si stralcia la precedente sfida fra Cecoslovacchia e Irlanda quale “preliminare” (e di fatto lo era) e i successivi quarti quali “spareggi”.








































Tutto si può dire sul 1° metodo, tranne che non regali classifiche a sorpresa dove a capeggiare è sempre una nazionale diversa! Quinto aggiornamento e nuova regina europea, la cui corona spetta (stupore! stupore!) all’Austria. Oddio, nelle 6 gare computate solo l’Olanda è uscita invitta dal confronto coi bianchi, fermati sull’1-1 ad Amsterdam, ma risulta comunque veramente ostico vedere gli austriaci guardare tutti dall’alto in basso, specie allargando l’orizzonte oltre i turni eliminatori. Infatti, sia ai Mondiali sia all’Europeo, la loro strada si è bruscamente interrotta subito dopo. In terra svedese, a parziale giustificazione, l’Austria dovette confrontarsi in un girone di ferro, con Inghilterra e URSS, le sue immediate inseguitrici nel ranking UEFA, nonché Brasile, futuro campione, rimediando appena 1 punto; però nei confini continentali, la Francia la rade al suolo ai quarti con 2 sconfitte per un 9-4 complessivo. Ironia: proprio quella Francia detronizzata e retrocessa in 4ª piazza, fuori pure dal podio!

L’URSS, vincitrice del primo Europeo, sale al 3° posto, da settima che era: la vetta assoluta le è preclusa dall’inopinata sconfitta in Polonia nelle eliminatorie dei Mondiali svedesi. Senza quella battuta d’arresto, i sovietici avrebbero centrato un percorso netto in grado di farli scavalcare sia l’Inghilterra seconda sia l’Austria prima.

L’Italia perde ulteriore terreno, calando al 15° posto da mediocre undicesima di partenza. Assordanti i tonfi di Ungheria e Polonia, vicine in classifica prima e dopo, seppur… 10 posti più in basso (da 8ª e 9ª a 18ª e 19ª). Dall’altro capo, primeggiano le rappresentanti della penisola iberica, a braccetto col loro +9: tuttavia, per il Portogallo si parla appena del 13° posto, mentre la Spagna sale al 5°.

Svezia e Germania Ovest, rispettivamente seconda e quarta all’ultimo Mondiale, finiscono addirittura fra le “non classificabili”, pagando l’esenzione dalle eliminatorie della Coppa di Rimet e la non iscrizione al primo Europeo, cosa che le lascia (senza “merito”) prive di risultati.

2° metodo

Prima classifica a comprendere due edizioni di un torneo e una dell’altro ma non ancora alternate come a regime: la struttura dell’Europeo si presta a un’interpretazione diversa in questa sede, forse più attinente allo spirito dell’epoca, valgano per tutti i nomi attribuiti ai turni. Infatti, più di uno diviso in una fase di qualificazione (dai preliminari ai quarti) e una finale (semifinali e finali), si può parlare di un torneo “unitario”. In quest’ottica, i bonus devono essere distribuiti come se si avesse a che fare con la sola fase finale. Partendo, per una volta, dall’alto, nulla cambia per finale per il 1° (38.000) e il 3° (18.000) posto e semifinali (28.000). Nei quarti i 18.000 punti previsti sono suddivisi nelle due gare da giocare, che così ne valgono 9.000 l’una. Procedendendo analogamente per gli ottavi, i 27.000 punti complessivi dovrebbero essere pure qui divisi per 2, ma in tal modo ogni partita ne varrebbe 13.500: non potendo superare l’assegnazione di una gara dei quarti, il bonus dev’essere “abbassato” alla soglia di 9.000. In definitiva, ottavi e quarti hanno il medesimo valore. Infine, Cecoslovacchia-Irlanda, turno preliminare, può essere letto come “spareggio” e premiato con 6.000 punti a partita.

Un corollario a quest’attribuzione è che chi è esentato, di diritto o di fatto, dalle eliminatorie mondiali, continua a “riciclare” quanto raccolto in quelle dell’edizione precedente di Coppa del Mondo, non avendo, per l’appunto, l’Europeo così “interpretato” ancora una fase di qualificazione.











































Cambio al vertice: dopo un solo torneo di rodaggio, l’URSS prende il comando a spese dell’Ungheria, che precipita addirittura 10 posizioni indietro, per un tonfo (due volte) clamoroso. I sovietici giustificano il ruolo di capolista col titolo europeo, con tanto di miglior coefficiente di tappa: e dire che hanno saltato metà dei quarti perché il caudillo Franco, non avendo ricevuto dalla federazione iberica garanzia di vittoria certa nel confronto diretto, ha preferito ritirare la Spagna piuttosto che esporla a una possibile sconfitta. Metà, come detto, perché a livello ufficiale la gara di andata è comunque data vinta a tavolino 2-0 all’URSS.

Argento per la Francia, a capitalizzare le due semifinali consecutive, a scapito della Germania Ovest che rimane sul podio aggrappandosi esclusivamente ai risultati mondiali. L’Italia, anch’essa assente dall’arena europea, scivola ancora più in basso dal 9° al 13° posto. Detto dell’Ungheria e del suo -10, il balzo in avanti più lungo è del Portogallo, un +9 che tuttavia significa appena una mediocre 17ª posizione. Alle spalle dei lusitani, si piazza la Spagna, 5ª a +8.

Differenze

L’URSS è l’unica ad apparire in entrambi i podi, 3ª da una parte 1ª dall’altra. Austria e Inghilterra, dal 1° al 2° metodo, perdono entrambe 5 posizioni; viceversa, dal 2° al 1°, la Francia da seconda diventa quarta e la Germania Ovest da terza entra nelle non classificabili.

CILE 1962

1° metodo

Sono istituzionalizzati gli spareggi intercontinentali (salvo poi sparire fino a Germania 1974), contandone ben 4, di cui 3 a interessare compagini europee: per il ranking, tuttavia, le sfide fra Iugoslavia e Corea, Spagna e Marocco e Italia e Israele sono stralciate; analoga fine per Svizzera-Svezia, Bulgaria-Francia e Cecoslovacchia-Scozia, spareggi resisi necessari per decidere la vetta del primo, secondo e ottavo girone eliminatorio. Nel quarto, invece, non si disputa Olanda-Germania Est, non tanto per la sua inutilità (l’Ungheria aveva già staccato il biglietto mondiale) quanto perché le autorità olandesi non concedono il visto d’ingresso ai giocatori ospiti.







































Sesto aggiornamento e regola confermata: nessuno riesce bissare il primo posto, nemmeno non consecutivamente. La sesta diversa regina continentale è l’URSS, tutto sommato a pieno merito, accoppiando titolo continentale ai quarti di finale in terra cilena, per quanto qui valgano solo i risultati delle qualificazioni, sempre superate a punteggio pieno. En plein raggiunto anche dalle due immediate inseguitrici, messe in riga dai sovietici per la differenza reti più recente: seconda è la Germania Ovest, che rientra prepontemente in classifica, mentre l’Austria conserva la presenza nel podio (seppur passando dal gradino più alto al più basso) giocando (inconsapevolmente) con le regole. Infatti, non s’iscrive ai Mondiali e per l’Europeo gode dell’esclusione dei disastrosi quarti, finendo per essere valutata esclusivamente per due vittorie sulla Norvegia.

Triste il destino dell’Italia, persa nel limbo delle non classificate: se l’aver beneficiato del ritiro romeno nelle qualificazioni mondiali non è una “colpa”, sicuramente non è un “merito” aver rinunciato alla precedente contesa continentale.

Legate alle retrovie le più marcate differenza da una classifica all’altra: poco stupore per il basso, con Belgio (25°) e Irlanda (28ª) a perdere 16 posizioni, mentre la Svizzera ne guadagna 13 ma non entra neppure nella Top 10 (11ª).

2° metodo

Tutte le gare stralciate nel 1° metodo, ritornano nel 2° con tanto di status di spareggio e relativi bonus, per cui: Iugoslavia, Italia e Spagna si vedono gratificate di 12.000 punti extra; Bulgaria, Cecoslovacchia, Francia, Scozia, Svezia e Svizzera di 6.000.







































Il ranking sancisce il dominio dell’Est espresso dal campo, anche se in termini di allori deve accontentarsi della piazza continentale, giacché ai Mondiali signoreggia il Brasile. Nella prima classifica a regime con 2 edizioni di un torneo inframezzate da una dell’altro, URSS, Iugoslavia e Cecoslovacchia guidano la graduatoria e a ben titolo: sono le prime tre dell’Europeo, e nel medesimo ordine, supremazia confermata in terra cilena, col raggiungimento della semifinale per cecoslovacchi (poi secondi e col miglior coefficiente di ciclo) e iugoslavi (quarti), traguardo sfiorato dai sovietici, i quali si “accontentano” della conferma in vetta.

Pure qui il Belgio patisce lo scivolone in basso più lungo, “limitato” a -14 ma con arrivo un gradino più sotto (26°), mentre sono 3 i canguri con +6. Se però Bulgaria e Svizzera non vanno oltre, rispettivamente, la 16ª e 17ª piazza, per l’Italia la risalita tocca il 7° posto. Esito, a dire il vero, “viziato” dal ritiro romeno che ha finito per far giocare agli Azzurri tutte partite appesantite da bonus.

Differenze

Quando per la prima volta entrambi i metodi confermano la medesima vincitrice, quell’URSS su cui non dovrebbero quindi esserci dubbi nel definire la miglior nazionale europea del periodo, il resto del podio sbarella pesantemente. Passando al 1° al 2°, la Germania Ovest da seconda scende a quinta, mentre l’Austria da terza finisce nell’anonimato del decimo piazzamento; col percorso inverso, la Iugoslavia seconda da una parte è decima dall’altra mentre alla Cecoslovacchia va un po’ meglio, da terza a sesta. Non parliamo dell’Italia, incerta fra un 7° posto e la non classificabilità.

SPAGNA 1964

1° metodo

La seconda edizione dell’Europeo vede un incremento delle iscritte, anche se nulla cambia ai fini del ranking: si conserva solo quanto ottenuto negli ottavi di finale, nulla valendo quanto combinato né prima (nei non più “episodici” sedicesimi) né dopo (dai quarti in avanti).










































Altro cambio in testa, e altro nome nuovo da inserire nell’aldo d’oro del ranking: stavolta la spunta la Germania Ovest ma trattasi – nuovamente – di primato discutibile. Infatti, paga la politica della federcalcio tedesca di astenersi se non è in palio il titolo mondiale, ragion per cui sono conteggiate solo le 4 gare vinte per andare in Cile. L’URSS perde la testa per colpa dell’Italia, che le impone il pari nel ritorno degli ottavi europei; dopo un giro di assenza, ritorna nel podio l’Inghilterra, per quanto malamente estromessa dalla Francia al primo colpo nella contesa continentale (ma trattasi di sedicesimi e quindi non computati). Singolare poi il destino della Spagna: si laurea campione europeo ma perde 3 posizioni terminando ottava!

Tre nazionali finiscono “sotto la riga”, potendo contare esclusivamente sui “preliminari” europei: Romania, Malta e Islanda, le ultime due esordienti come l’Albania, che dal canto suo centra un 14° posto, onorevole per i suoi mezzi (e facilitato dal rifiuto greco di incontrarla).

E l’Italia? Rientra in classifica ma non va al di là di una squallida 24ª piazza, frutto del ritiro romeno, dello stralcio dei sedicesimi europei contro la Turchia e dell’eliminazione patita subito dopo per mano sovietica, a degno suggello del periodo fra i più neri del calcio nazionale nostrano.

Al 19° e 20° posto sono legate le differenze più marcate: nella posizione (assai relativamente) più alta balza l’Irlanda col suo +9, nella più bassa precipita l’Austria col suo inquietante -17, a coniugare l’adagio “chi di spada ferisce, di spada perisce”. Cioè, a stare sempre sul filo delle regole, si vince e si perde clamorosamente: qui si soccombe, potendo solo contare sull’eliminazione agli ottavi europei patita proprio dall’Irlanda.

2° metodo

Come visto, il più cospicuo numero d’iscritte all’Europeo comporta la disputa di veri e propri sedicesimi di finale (per quanto incompleti con 13 sfide), rendendo la struttura del torneo, di fatto, identica all’attuale dei Mondiali, di cui ricalco pertanto l’attribuzione dei bonus. In realtà, dalle finali ai quarti, nulla cambia rispetto a 4 anni prima; gli ottavi ora valgono 4.500 punti per partita, limite al quale abbassare il bonus di una gara di sedicesimi di finale, altrimenti pari alla metà dei 18.000 degli odierni gironi. Bulgaria e Portogallo si vedono assegnare 4.500 punti in più, avendo spareggiato nei sedicesimi, così come a Danimarca e Lussemburgo ne arrivano ulteriori 9.000 per la “bella” dei quarti.










































URSS e Spagna replicano, a posizioni invertite, la cima della classifica dell’Europeo. I sovietici centrano così la terza volta consecutiva al 1° posto, bissando il primato ungherese, mentre gli spagnoli guadagnano l’argento grazie, per l’appunto, all’oro continentale e al miglior coefficiente di ciclo. Anche qui, la discutibile decisione della Germania Ovest di non degnarsi di competere nel ristretto alveo europeo, paga in termini di ranking col 3° posto assoluto dovuto esclusivamente a quanto raccolto ai Mondiali cileni.
L’Italia, tutto sommato, se la cava guadagnando due posizioni e salendo al 5° posto; progresso che impallidisce confrontato al +15 della Danimarca, entrata nelle “magnifiche 8” capitalizzando al massimo il sorprendente 4° posto nella rassegna targata UEFA. La Turchia è il gambero dell’occasione, 21ª a -10, mentre l’esordiente Albania centra un lusinghiero 12° posto, nettamente meglio dell’altra neofita, Malta, terz’ultima, davanti solo a Belgio (in crisi nera) e Finlandia.

Differenze

URSS (1ª e 2ª) e Germania Ovest (1ª e 3ª) occupano entrambi i podi, confermando una preminenza avallata la prima dal campo, e la seconda da norme che privilegiano il “poco ma buono” sul “dobbiamo sempre provarci”. Più consistenti le differenze per le due nazionali che completano “la zona medaglie”: la Spagna seconda da una parte è sola ottava dall’altra, sempre meglio dell’Inghilterra, terza di qui e quindicesima di là! Per non parlare poi dell’Italia, il livello delle cui prestazioni è indecifrabile: stiamo parlando di una nazionale poco sotto le migliori (come suggerisce il 5° posto nel 2° metodo) o superiore solo alle cenerentole continentali (come indica la 24ª piazza nel 1°)?

INGHILTERRA 1966

1° metodo

Poco da dire: un’unica gara eliminatoria è stralciata dal computo del ranking, lo spareggio Belgio-Bulgaria che decide chi si qualifica dal primo girone.












































Se si perdono 30 (trenta!) posizioni in un colpo solo, c’è poco da meravigliarsi a ritrovarsi penultimi assoluti. Di chi stiamo parlando? Ma… dell’Inghilterra campione del Mondo! Eh sì, perché se si vince la Coppa Rimet in casa e nell’Europeo precedente si è fatto poco più di nulla, un ranking basato solo sulle qualificazioni può farti abbinare il 1° posto nel torneo mondiale al 33° nella graduatoria europea, dove si entra, come una Malta o un’Islanda qualsiasi, “sotto la riga” per le partite stralciate ma anche le uniche giocate ai fini eliminatori. Circostanza che porta all’umiliante penultima piazza, senza poter godere del beneficio del dubbio della non classificabilità.

Quest’aggiornamento è forse paradigmatico sull’affidabilità del metodo, registrando poderose differenze rispetto al precedente: se gli inglesi fanno -30, la Turchia retrocede di 15 posizioni, la Danimarca di 12, l’Albania e il Lussemburgo di 11; viceversa, il Belgio ne guadagna 22, salendo dal 27° al 5° posto, l’Italia (10ª) e la Norvegia 14 e il Portogallo e la Romania 11. E dire che per la prima volta una capolista si conferma in vetta: la Germania Ovest (finalista mondiale) mantiene, infatti, il 1° posto, seguita a ruota dall’Ungheria (rientrante nel podio da cui mancava da Brasile 1950, ma comunque partiva da quarta) e dall’immancabile URSS (che completa la discesa da prima a seconda a terza).

2° metodo

Il sopra ricordato spareggio fra Belgio e Bulgaria fa guadagnare a entrambe 6.000 punti di bonus, mentre l’Inghilterra ricicla i risultati ottenuti per qualificarsi in Cile, non potendo ancora usufruire delle precedenti eliminatorie europee.












































Com’è vario il mondo (del calcio e non solo): qui l’Inghilterra iridata, vincitrice di tappa col miglior coefficiente di ciclo, marca il progresso più sostanzioso, un +10 che la fa salire a un lusinghiero 5° posto senz’ancora centrare il podio.
Evidentemente 3 primi posti di fila sono al momento limite invalicabile: l’URSS cede lo scettro e scivola seconda, sostituita dalla Germania Ovest, seconda nella Rimet e terza nel precedente aggiornamento, una supremazia macchiata dal “buco” nell’Europeo. L’Ungheria ritorna sul podio lasciato all’indomani di Svezia 1958.

La “vergogna coreana” costa all’Italia solo un posto, da 5ª a 6ª; ben peggio registrano Albania (24ª) e Austria (30ª) a -12. Chiudono la classifica, le due esordienti Cipro e Israele (per questa, in realtà, un fugace ritorno).

Differenze

Ovviamente sovrasta tutto l’incredibile, ingiustificato, assurdo dislivello di 28 posizioni da un metodo all’altro toccato dall’Inghilterra campionessa mondiale, che fa evaporare la prima conferma in assoluto dei due podi, con la Germania Ovest sempre prima e URSS e Ungheria a “scambiarsi” la piazza d’onore.

ITALIA 1968

1° metodo

Cambio di formula: sedicesimi e ottavi di finale sono inglobati in una fase a 8 gruppi, le cui gare sono le uniche qui a contare. Una precisazione: Austria-Grecia, ultima e superflua partita del terzo girone, indicata dalla maggioranza delle fonti come annullata, in realtà è ufficialmente terminata 1-1, il risultato sul campo al momento della sua definitiva interruzione causata da un’indegna gazzarra fra opposte tifoserie, accesa dai sostenitori ospiti stizziti per l’espulsione di un loro giocatore.









































Attenzione: questa è la prima classifica a essere stilata così come concepita, includendo esclusivamente partite di gironi eliminatori, europei e/o mondiali, senza più l’ausilio di interpretazioni volte a recuperarvi i turni qualificatori continentali a eliminazione diretta. In altre parole, la valutazione ora è basata su un più consistente numero di gare, eccezione fatta (e solo eventuale) per esentate o ritirate: e sarà un caso ma l’Italia ritorna al 1° posto dopo Brasile 1950, a riabbracciare un podio perso nell’aggiornamento successivo. Alle sue spalle, il trionfo dell’Est: l’URSS è argento, sale di un gradino e soccombe agli Azzurri per la media punti più recente (fatale un’altrimenti inutile sconfitta in Austria), piazza d’onore avallata dal 4° posto conquistato sia ai Mondiali sia all’Europeo, mentre la Bulgaria si affaccia per la prima volta in zona medaglie, coronando un periodo, che si prolungherà fino al 1974, dove di solito supera i gruppi qualificatori, salvo arenarsi al primo ostacolo successivo.

Il primato dell’Italia vale anche un +9, secondo miglior progresso dietro solo a quello dell’Inghilterra sesta, un +27 (!) che dipinge alla perfezione i saliscendi cui è sottoposto chi salta le qualificazioni. Gambero è la Norvegia, 24ª a -10, di poco peggiore del -9 d’Irlanda (21ª) e Svezia (18ª).

2° metodo

Il cambio di formula non porta a grandi conseguenze nei bonus: le gare dei gironi valgono 4.500 punti l’una (dovendole parametrare su quelli più corposi), esattamente quanto una dei sedicesimi e degli ottavi da esse assorbiti. Vi sono comunque effetti nei coefficienti di ciclo, in quanto chi disputa i gruppi a quattro squadre ha ora due partite “più leggere” in più rispetto a chi è in girone a tre. Italia e Iugoslavia si vedono assegnare 38.000 punti di bonus aggiuntivi, grazie alla ripetizione della finale di Roma; Azzurri beneficiati pure di altri 10.000 punti per la vittoria al sorteggio contro l’URSS in semifinale.












































All’Italia non basta ritornare a vincere qualcosa dopo 30 anni e centrare il maggior coefficiente di ciclo per riassestarsi sul podio cui manca dal 1950: avanza di 2 posizioni ma si arresta alla quarta piazza “di legno”. 

Evidentemente le affermazioni nei 3 tornei considerati non pagano in termini di ranking: la Spagna, regina continentale nel 1964, è 7ª anche se obiettivamente i risultati posteriori non sono stati rosei (ma nemmeno troppo grigi); l’Inghilterra, campione mondiale in carica, è solo seconda, pur col recente bronzo europeo. A primeggiare, dopo una brevissima vacanza, si ripresenta così l’URSS: non ha vinto nulla ma è l’unica ad aver centrato 3 volte su 3 le semifinali. Nettamente meglio della Germania Ovest che chiude il podio, a fronte di un argento mondiale, una non iscrizione a un Europeo e un’immediata eliminazione nell’altro!

Il Belgio rialza la testa: il 14° posto non è granché ma è pur sempre un salto in avanti di 11 posizioni; al contrario la Danimarca ne perde 9 ed ora 25ª… e dire che nel 1964 era ottava!

Differenze

La solita URSS conferma di trovarsi a suo agio in entrambe le versioni, accomodandosi nei rispettivi podi (1ª o 2ª). Affermazione non ripetibile per le altre 4 che li completano: l’Italia capolista nel 1° metodo, è quarta nel 2°, così come la Bulgaria, bronzo di qui è appena ottava di là. Sul fronte opposto, l’Inghilterra damigella d’onore nel 2° metodo deve accontentarsi della sesta piazza nel 1° (col notevole balzo migliorativo di 27 posizioni), sempre un gradino più in alto della Germania Ovest (seppur da terza a settima).

Appuntamento a mercoledì prossimo con gli anni '70.

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